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Genova, 18 ottobre 1956 - 20 gennaio 2006

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Interessi di Ricerca


Attività Scientifica e di Ricerca


L'attività scientifica e di ricerca di Marica De Vincenzi ha riguardato i meccanismi mentali del linguaggio, con particolare attenzione a:

(1) quali tipi di rappresentazioni mentali sono necessarie per spiegare la nostra competenza linguistica;

(2) cosa costituisce un fattore di complessità strutturale nell'analisi in tempo reale del linguaggio;

(3) quali sono i principi di organizzazione psicologica che la mente umana usa in tale analisi e come questi riflettono principi organizzativi generali e universali della mente umana.
Questi interessi scientifici sono stati affrontati attraverso aree di ricerca distinte, ma tra loro collegate:

A) Studi sperimentali dei processi di comprensione del linguaggio in soggetti adulti

La domanda centrale è quali siano le rappresentazioni mentali della conoscenza linguistica, come tale conoscenza venga impiegata nella comprensione del linguaggio e che tipi di rappresentazioni mentali vengano costruite nel processo di comprensione.

Dal punto di vista metodologico è essenziale condurre delle indagini sperimentali che consentano di studiare il processo di comprensione nel suo svolgersi, in tempo reale, a mano a mano che l'informazione linguistica viene percepita. A tal fine, è stato allestito un laboratorio per l'analisi in tempo reale dei processi di lettura, che utilizza software per la gestione degli esperimenti in grado di presentare visivamente o uditivamente un testo, una parola o una frase alla volta, e che è in grado di registrare, con accuratezza nell'ordine del millisecondo, i tempi di lettura e di risposta dei soggetti.

Una prima linea di ricerca ha esplorato quali tipi di rappresentazioni vengono costruite dall'analizzatore linguistico studiando la comprensione di frasi con struttura non canonica, cioè con elementi spostati come le frasi interrogative, e frasi con soggetto post-verbale. L'ipotesi (De Vincenzi, "Syntactic parsing strategies in Italian", 1991, Kluwer Academic Publishers) è che, nel corso dell'analisi in tempo reale del linguaggio, l'analizzatore umano, dati i limiti di memoria a breve termine, usi delle strategie di analisi basate su principi di economia di derivazione e rappresentazione: tale ipotesi è formulata nel principio di Catena Minima. La nozione di "catena" (Chomsky, 1991) si riferisce a una struttura formale sintattica che coindicizza due posizioni all'interno di una frase:
ad esempio chi e la posizione di oggetto nella frase (1):

(1) Chi pensi che abbiano arrestato?

De Vincenzi propone che l'analizzatore del linguaggio cerca di completare queste relazioni di dipendenza il più velocemente possibile e di formare dipendenze il più semplici possibile (cioè più corte e con il minor numero possibile di componenti).
Tale ipotesi è stata suffragata da numerosi dati sperimentali sull'interpretazione di diversi tipi di frasi, sia interrogative che dichiarative.


Un altro filone di ricerca ha esplorato le strategie di analisi nell'interpretazione di elementi all'interno di un singolo costituente frasale. Questo è il caso di attaccamento di modificatori, quali la relativa che si è ferita nella frase (2), che può essere interpretata come riferentesi al nome signora o al nome figlia.

(2) Nessuno conosce la figlia della signora che si è ferita.
la signora che si è ferita.
la figlia che si è ferita.

La strategia di Late Closure, basata anch'essa sui limiti di memoria a breve termine, predice che l'attaccamento iniziale preferito dovrebbe essere al costituente linearmente più vicino.

Gli esperimenti condotti da De Vincenzi misuravano due variabili dipendenti: la prima era il tempo di lettura di ogni singola parola, cioè una misurazione dei processi di comprensione in tempo reale; la seconda era una misura off-line, e cioè il tempo di comprensione finale di tutta la frase.

I risultati hanno messo in luce molto chiaramente che le misurazioni on-line, in tempo reale riflettono la predominanza dei processi sintattici, automatici ed inconsci, mentre le misurazioni off-line mostrano la predominanza dei fattori pragmatici, che non sono né automatici, né inconsci ed hanno bisogno dell'accesso ad una quantità di informazione molto ampia e variabile.

L'importanza di tale risultato è duplice: da una parte conferma la validità della strategia di Late Closure nell'interpretazione iniziale delle frasi in italiano; d'altra parte ci dà importanti informazioni sull'organizzazione della mente umana, mettendo in evidenza come fonti di informazione che hanno un vocabolario limitato e fisso, quali quella sintattica, sono organizzate in maniera modulare, cioè vengono utilizzate in maniera automatica ed inconscia e sono prioritarie all'uso di altri tipi di informazione.

Un altro aspetto affrontato sperimentalmente è come viene identificato l'antecedente di un pronome, in particolare come viene utilizzata l'informazione morfologica e sintattica nell'attivazione degli antecedenti. I risultati hanno mostrato che vi è una differenza rappresentazionale e temporale nell'uso dell'informazione morfologica di genere e di quella di numero.

Infine, un ulteriore aspetto è il confronto tra le prestazioni dei soggetti non affetti da patologie del linguaggio e soggetti agrammatici. Tale confronto verte sulla comprensione delle frasi interrogative, un aspetto centrale della ricerca di De Vincenzi con adulti senza patologie. Tale ricerca è importante sia per una definizione più accurata della sindrome agrammatica (Afasia di Broca), cioè per vedere quali aspetti del deficit linguistico sono imputabili a perdita selettiva di conoscenze grammaticali o a problemi di elaborazione dell'input legati alla memoria a breve termine; sia per verificare se la distinzione postulata a livello linguistico trova riscontro a livello di danno cerebrale selettivo.

B) Studi sperimentali su aspetti evolutivi della comprensione del linguaggio

La ricerca svolta da De Vincenzi in questo campo cerca di stabilire un momento di incontro tra i lavori di psicolinguistica sperimentale con adulti e i lavori sulla comprensione del linguaggio in soggetti in fase evolutiva. Inoltre, una definizione accurata di cosa costituisca un fattore di complessità nella comprensione della lingua è essenziale per diagnosticare con precisione lo svantaggio linguistico e quindi essere nelle migliori condizioni per predisporre interventi di recupero mirati.

Una prima linea di ricerca ha esplorato l'ipotesi che quello che è un semplice fattore di complessità per il lettore/ascoltatore adulto senza patologie del linguaggio possa costituire un deficit linguistico in soggetti affetti da patologie del linguaggio o in soggetti in fase evolutiva.

A tal fine è stata studiata l'analisi di frasi lessicalmente molto semplici, ma con struttura sintattica differenziata, in bambini di cinque anni. I risultati mostrano una forte correlazione tra la prestazione dei bambini e quella degli adulti: in particolare i casi di complessità sintattica, che negli adulti inducono interpretazioni non preferite o tempi di lettura più lunghi, nei bambini sono causa di errori.

Un altro aspetto importante della ricerca evolutiva è l'esplorazione della relazione tra la capacità di memoria di lavoro e la complessità strutturale delle frasi. In rapporto con lo sviluppo linguistico è anche una ricerca sulla valutazione sperimentale di metodi diversi di insegnamento della lettura.

C) Confronto cross-linguistico tra lingue che presentano caratteristiche tipologiche diverse, per evidenziare gli universali dei meccanismi mentali del linguaggio

Questi temi sono stati affrontati adottando un approccio comparato allo studio dei meccanismi di comprensione in inglese e in italiano, due lingue che presentano importanti differenze strutturali.

L'aspetto cross-linguistico è particolarmente importante se si considera che la grande maggioranza della ricerca condotta su questi temi è costituita da lavori sperimentali sulla lingua inglese. Ne deriva la necessità empirica di stabilire se le conclusioni tratte da questi lavori possano essere applicate anche a lingue, quali l'italiano, che hanno strutture diverse dall'inglese, con molte meno restrizioni sull'ordine delle parole. Gli esperimenti sulla comprensione di frasi interrogative in italiano e in inglese mostrano che lo stesso principio di Catena Minima viene adottato nelle diverse lingue, confermando l'ipotesi universalistica delle strategie di analisi.

Oltre alle collaborazioni con studiosi statunitensi, De Vincenzi ha condotto una serie di ricerche con colleghi spagnoli e francesi, dell'area delle lingue romanze. Lo stesso materiale linguistico è stato tradotto nelle diverse lingue e sono stati redatti dei questionari per valutare se l'interpretazione preferita del materiale fosse la stessa nelle diverse lingue, a parità di complessità strutturale. Lo stesso materiale è stato poi somministrato sotto forma di presentazione computerizzata per vedere se alcune differenze sperimentali riscontrabili tra lo spagnolo e l'italiano fossero dovute a differenze linguistiche o a differenze di metodologia sperimentale.
I risultati mostrano che, a parità di metodologia sperimentale, e cioè segmentazione dell'input e tipo di materiale linguistico usato, si riscontrano le stesse preferenze di analisi e la stessa dissociazione tra interpretazione iniziale, on-line, e interpretazione finale, off-line.

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